Biotecnologie: l’affascinante mondo dell’ingegneria genetica

Sulle biotecnologie da tempo hanno scommesso ricercatori, investitori, enti universitari privati e pubblici e governi. Lo stato della ricerca sulle biotecnologie registra un avanzamento in tutti i settori e questo settore della scienza è stato definito come il più promettente degli ultimi anni. Molte delle tecniche per la produzione di sostanze in grado di risolvere numerosi problemi, sono state brevettate e ormai sono ben oltre la fase sperimentale, in piena produzione industriale. Ma cosa è la biotecnologia.

Cosa è la biotecnologia

Il termine biotecnologia proviene dall’abbreviazione di tecnologia biologica, se ne deduce che quindi essa rappresenta tutto il campo dello sviluppo tecnologico applicato alla biologia, al fine di produrre beni e servizi utili in più settori. La biotecnologia affonda le radici nei tempi antichi, ma solo negli ultimi decenni essa si è servita delle tecniche di laboratorio più affermate e di vasti finanziamenti, per sviluppare al massimo i diversi campi di applicazione. Uno tra essi e certamente il più indagato e utilizzato è l’ingegneria genetica. Sono tante le aziende americane ed europee quotate in borsa nei mercati tecnologici, a significare proprio lo stretto legame tra nuovi strumenti e disciplina medica. Oggi per biotecnologia di intende un campo di attività legate dal connubio tra capacità di generare prodotti e servizi a partire da una conoscenza approfondita dell’universo molecolare che li contraddistingue.

Campi di applicazione delle biotecnologie

La biotecnologia non è una scienza unica, essa racchiude in sé le capacità di numerose discipline. ingegneria chimica e meccanica, medicina genetica, botanica, zoologia, chimica e biochimica, fisiologia. Se è possibile una definizione di un campo così diversificato, la biotecnologia è il trattamento industriale dei materiali per mezzo di microrganismi e di altri agenti biologici. Le tecniche coinvolte nella biotecnologia comprendono la fermentazione, lo sviluppo degli enzimi, la purificazione delle acque, il trattamento dei rifiuti e come detto, l’ingegneria genetica.

Ingegneria genetica

Quando l’ingegneria genetica fece la sua prima comparsa, al principio degli anni Settanta dello scorso secolo, le possibilità apparvero così promettenti e in qualche modo paurose, che molti ricercatori e governi decisero di sospendere le ricerche, fino a che non si fossero comprese appieno le implicazioni e i pericoli che ne potevano derivare. Ma era un allarmismo fine a sé stesso, tipico di chi intraprende una nuova via e non sa dove potrebbe andare a finire. Risultò comunque che i pericoli era meno importanti del temuto, per cui, pur adottando dei protocolli di prudenza, si decise di andare avanti, raggiungendo risultati spettacolari. L’ingegneria genetica consiste nella manipolazione della composizione genetica dei microrganismi per rendere questi ultimi meglio equipaggiati per ogni sorta di applicazione industriale. La teoria che sottosta è semplice: il DNA è il componente di tutte le forme vitali e contiene scritto il messaggio genetico. E’ possibile estrarre il DNA dalle cellule di una pianta, di un animale o di un microrganismo. Lo scienziato poi può inserire questo DNA, generalmente per mezzo di un terzo materiale chiamato “vettore”, nel microrganismo ricevente. Il lavoro, chiamato ricostruzione del DNA, produce microrganismi con caratteristiche nuove e sarebbe impossibile ottenere gli stessi risultati attraverso l’allevamento selettivo che ha contraddistinto le tecniche di miglioramento delle specie. I microrganismi ottenuti possono essere così utilizzati per dei processi ad ampio spettro, che trovano applicazione industriale particolarmente in agricoltura e trasformazione.