Come nascono le religioni

La credenza in un essere superiore, creatore di tutte le cose terrene è molto radicata nei millenni e nelle civiltà umane. Alcune religioni attribuiscono questo potere di demiurgo a una pluralità di dei, ma quasi tutte partono dal mito della creazione. Originariamente si pensava che fossero da attribuire agli dei particolari manifestazioni astronomiche che non era possibile spiegare altrimenti. Ad esempio: alcune religioni del nord Europa identificavano nelle aurore boreali una battaglia tra le divinità. Oggi sappiamo che il fenomeno è dovuto all’interazione tra particelle di vento solare, campo magnetico e atmosfera terrestre. Il sole è la stella responsabile della formazione del sistema planetario che gli ruota intorno, eppure ancora 2000 anni fa, un tempo brevissimo nella scala geologica, era considerato una divinità, addirittura tra le maggiori.

Gli antropologi ritengono che la religione si sia formata come forma di assistenza solidale allo sviluppo dell’agricoltura. Quando gli uomini erano solo cacciatori non usavano creare riti per cercare di trovare la selvaggina, per due motivi. Innanzitutto la caccia era un’abilità propria, che non dipendeva da altri fattori, la si imparava, perfezionava e spesso la si conduceva in gruppo. Era pura azione messa al servizio dell’intelletto e della necessità. In secondo luogo i cacciatori non dovevano “sperare” di trovare selvaggina, essa era abbondante.

Con i raccolti e l’agricoltura organizzata il discorso è diverso. La stagionalità e il clima influenzano pesantemente il ciclo dei campi e possono generare tanto fortuna, quanto carestia. Ecco perché si sarebbe iniziata a richiedere la solidarietà delle divinità. In fondo di quelle forze “climatiche”, la cui origine era difficile da spiegare allora. Nacquero così i primi voti, cioè i primi riti in onore delle forze astronomiche che dominano la terra, sulle quali l’uomo non può nulla. La religione nasce quindi come identificazione di una particolare forza che può interferire con le coltivazioni. I miti della fertilità sono collegati ad essa, essi si sviluppano in modo verticale lungo la famiglia e le generazioni, portando avanti il “mito degli Avi”. Il Pantheon religioso quindi si forma a partire dalle divinità astronomiche, nate da eventi non facilmente spiegabili che sono al di fuori del conoscibile (il Sole, le maree, le comete, il vento, la pioggia, i fulmini) e dalle divinità della fertilità, che formano una sorta di “risposta” gioiosa al raccolto andato bene. Le feste della fertilità cimentano la società, gli altari sono centri di aggregazione, man mano che i terreni coltivabili si estendono al di fuori delle città e dei villaggi creando comunità religiose che condividono gli stessi riti.