Come funzionano gli anti-dolorifici

Ogni volta che avvertiamo la sensazione di dolore dobbiamo considerare che si tratta di una manovra salvavita da parte del nostro cervello. Lo scopo è quello di avvisarci che c’è qualcosa che non va e che dobbiamo trovare un modo di risolverla. Se ci stiamo domandando allora come funzionino gli antidolorifici, proviamo a pensare a un esempio. Immaginate di svegliarvi con un sole splendido e le tende spalancate. Filtrerà una tale luce che potrebbe darvi fastidio. Allora cosa fate? Chiudete le tende e torna un po’ di quell’oscurità che avevate un attimo prima. Il dolore non è il sole, in questo caso, ma la luce e le tende sono l’antidolorifico. Anche se le chiudete, ciò che ha generato il dolore permane, il Sole, ma non solo come causa, ma anche come avviso verso il cervello. La luce semplicemente non raggiunge la stanza, perché la tenda-antidolorifico la sta schermando. Quindi non è il dolore a scomparire, ma viene inibita la capacità del cervello di avvertirci di esso, attraverso l’iniezione della produzione di alcune sostanze chimiche fatte circolare come il risultato di un problema, come ad esempio una ferita, che dà luogo al dolore.

Quindi, ridotta la questione ai minimi termini, veniamo a scoprire che né il dolore, né la causa che lo genera spariscono, ma è solo il nostro cervello, per così dire, che non è più in grado di avvertire il dolore. Questo è anche il motivo per cui in genere l’antidolorifico, anche quello più blando, viene prescritto da un medico. Egli infatti ha l’obbligo di stabilire esattamente qual è la causa del dolore prima di prescrivere un qualsiasi farmaco che ne inibisca la percezione. Se l’origine è ad esempio traumatica, dovuta a un colpo o una ferita superficiale oppure a un classico episodio di dolore addominale o gastrico o per via di un intervento dentale, procederà sicuramente a prescrivere il farmaco. Ben diverso è il caso in cui il dolore sorga per cause non facilmente investigabili a una prima anamnesi.

I farmaci intervengono su un processo infiammatorio, ma i medici sanno che giustamente bisogna andare alla radice del problema e togliere il dente che fa male. Il cervello può essere ovviamente confuso e indotto a pensare che non ci sia problema. E questo è un grosso guaio, perché in talune situazioni si può diventare dipendenti dagli anti-dolorifici, soprattutto quelli più potenti a base di oppiacei. Molti casi di cronaca hanno visto delle celebrità consumate da questa tipologia di dipendenza. I nomi di questi farmaci sono diventati famosi insieme alle loro vittime, per questo motivo è consigliabile sempre assumerli sotto prescrizione medica.