Ipotesi sull’origine della vita

Da quando l’uomo si è destato per la prima volta alla coscienza di sé, si è domandato da dove provenisse e in che modo si attuasse la sua nascita. Nessuna cultura è priva del suo mito sulla creazione. Ma nel corso degli ultimi 80 anni, gli scienziati sono andati gradualmente raccogliendo prove che la vita sulla Terra possa essere scaturita da una singola, minuscola cellula sfuggita dal “brodo” primordiale che avvolgeva il nostro pianeta oltre 4 miliardi di anni fa. Comprendere le origini della vita sulla Terra significa comprendere l’origine della prima cellula vivente, dato che tutti gli organismi biologici sono interamente costituiti da cellule microscopiche, siano esse singole, come nel caso del plancton marino, oppure aggregate a milioni a creare una sola unità funzionale, quale può essere un leone o l’essere umano. Quantunque la vita, animale e vegetale, assuma molteplici forme, è ora noto che le prime forme biologiche erano singole cellule che vivevano liberamente e che le complesse creature multicellulari si sono sviluppate da queste cellule primordiali attraverso un lungo e lento processo di evoluzione.

Proteine e DNA

Benché di dimensioni microscopiche, una singola cellula contiene un complesso notevole di intricate reazioni chimiche e strutture. Dopo molti anni di ricerca, i biochimici hanno accertato che le sostanze chimiche essenziali per la vita delle cellule si inquadrano in due gruppi: le proteine, le macromolecole responsabili della struttura cellulare, e il DNA, la macromolecola depositaria dell’informazione necessaria per l’espletamento di tutte le funzioni cellulari. Tanto le proteine quanto il DNA sono costituiti da una serie di molecole più piccole, ma ancora complesse: per dirla meglio, le proteine da 20 diversi amminoacidi, e il DNA da quattro diverse basi azotate. Il problema dell’origine della vita si può dunque ricondurre a due interrogativi principali, ovvero in che modo queste molecole fondamentali si siano originate dalla materia non vivente e in che modo si siano assemblate nelle cellule viventi sulla Terra primordiale.

Agli albori della Terra

Subito dopo la sua nascita il nostro pianeta dev’essere stato alquanto simile ad una versione più grande della Luna attuale. In altre parole, privo di aria e atmosfera, con la superficie costantemente bombardata da meteore e piccoli asteroidi che contribuirono a fare assumere le proporzioni definitive. Il suo nucleo centrale era una massa infuocata; elementi radioattivi come l’uranio, rilasciavano il loro calore alle rocce circostanti e le fondevano; la roccia fusa, dal canto suo, esplodeva in possenti vulcani eruttivi e i gas da questi emanati iniziavano a conferire alla tera la sua atmosfera. Gli scienziati hanno ricreato un quadro spettacolare del mondo primordiale. L’atmosfera satura di vapori del nostro pianeta veniva accesa da poderose scariche elettriche, squarciata da tuoni potenti e irradiata dai raggi ultravioletti emessi dalla stella a noi più vicina, il Sole. Sottoposti a queste condizioni estreme, gli atomici contenuti nelle molecole dei gas iniziarono a interagire, dando luogo ad aggregazioni più complesse: le molecole organiche a base di carbonio.