Storia delle carte da gioco

Le carte da gioco vengono spesso utilizzate non solo per i “giochi”, ma anche per la lettura del futuro. Per questo motivo sono sempre state affascinanti. L’uso delle carte è documentato già in Cina sotto la dinastia Tang, a partire dal VII secolo. Già mezzo secolo dopo abbondante si hanno le prime notizie della sua diffusione, soprattutto a partire dal 1300, in Europa, forse da parte degli arabi che le fecero arrivare per primi in Spagna. Qui si consolidarono tre tipi di carte da gioco, distinte per i “semi”: francesi con cuori e quadri semi rossi e fiori e picche semi neri; tedesche con cuori, campanelli, ghiande e foglie; latine con coppe, ori o danari, bastoni e spade che corrispondono ai semi neri fiori e picche. Il tipo francese, come si capisce, è il più diffuso al mondo. Per ogni seme ha 10 carte numerali che vanno dall’asso al 10 e tre figure (fante, donna o regina, re). Le figure generalmente non sono intere, ma con una metà riflettente, a specchio, tanto che si possono leggere capovolte. Quasi tutte le carte di origine francese sono “indicizzate”, cioè riportano agli angoli il seme e la cifra del numero corrispondente, una simbolo riconoscibile nel caso delle figure: J per il fante, chiamato anche Jack, Q per la regina e K per il re. Questa versione è detta anche anglo-francese e viene prodotta per giocare i giochi più famosi come il poker. Nel mazzo di questo tipo oltre al fante jack, alla regina queen e al re king esistono due carte aggiuntive, i cosiddetti Jolly, dette anche carte matte, particolarmente interessanti nei giochi a sfida.

Il tipo di carte tedesco ha avuto una serie di varianti regionali che prendono nomi dai lander tedeschi come la Sassonia, la Prussia, la Baviera e si distinguono solo per degli aggiustamenti secondari. Le tre figure sono un fante inferiore, detto Under, che ha il seme ai piedi; un fante superiore detto Ober, che ha il seme all’altezza del capo e infine il Re. In Italia sono tuttora diffuse una ventina di specie di carte regionali, anche se ad uso e consumo dei collezionisti perlopiù. Alcune sono delle variazioni del tipo francese, come le carte piemontesi, milanesi, genovesi e fiorentine. Altre sono del tipo tedesco, del sottotipo spagnolo, come le carte sarde, napoletane, siciliane e altre variazioni del genere coppa e bastoni. Le caratteristiche iconografiche delle carte da gioco nei vari tipi e sottotipi, sono rimaste straordinariamente invariate nel corso dei secoli, perché la tipologia stabiliva anche le regole del gioco. Un capitolo a parte, nella storia delle carte da gioco europee, merita sicuramente la vicenda dei tarocchi. Mentre le testimonianze sull’uso divinatorio delle carte risalgono a tempi antichissimi, sui tarocchi la testimonianza più recente risale al 1781; l’uso di esso ha dato la stura alla cartomanzia. Lo studio della storia delle carte da gioco ha implicazioni folkloristiche, iconologiche e simboliche molto sottili, ma ha assunto un’impronta scientifica solo recentemente con i primi studi sociologici.