I pesci piranha, il terrore del Rio delle Amazzoni
Il pesce piranha deve la sua fama, non del tutto meritata, alle rappresentazioni cinematografiche succedutesi dopo l’enorme successo de Lo Squalo, il celebre film di Spielberg dedicato a un predatore oceanico fin lì poco conosciuto e rispettato. I piranha sono pesci di piccole dimensioni di cui conosciamo diverse specie, dal corpo fortemente compresso, alto, ricoperto di piccole squame; il ventre appare carenato, seghettato, il capo è robusto e la mandibola è prominente con una dentatura così robusta e tagliente, da lacerare e ridurre a pezzettini anche la carne dei più grossi mammiferi. Essa è costituita da denti robusti di forma triagolare, molto affilati, disposti a formare una filatura continua, come una sega, in modo che l’arcata superiore si incastri in quella inferiore. I pesci piranha hanno colori differenti alcuni sono molto variopinti.
Il cinema ne ha consacrato la pericolosità, aumentando di sicuro l’impatto emotivo sull’uomo, ma alcune cose che vediamo nei film sono corrette: innanzitutto essi vivono in branchi, formati da un grande numero di pesci, preferiscono le acque poco profonde e calme. Si nutrono primariamente di prede di qualsiasi portata e dimensioni, dai pesci agli anfibi, dai rettili agli uccelli, passando per i mammiferi. Attuano la predazione di gruppo, molto rara tra i pesci. Il pericolo per l’uomo è stato esagerato dalle notizie che li riguardano, basate su racconti molto fantasiosi, ma è vero che essi possono rappresentare una seria minaccia, per le persone che cadono in acqua e ferite e indebolite, non sono in grado di reagire velocemente. Nella foce del Rio delle Amazzoni e nel Rio Guaporè, posto più a sud, esistono le specie più pericolose e aggressive.
Dotati di un senso dell’olfatto molto sviluppato essi, proprio come gli squali, sono in grado di rilevare la molecola di sangue in un grande volume d’acqua, dirigendosi a frotte verso l’animale che lo sta perdendo. A causa del fatto che agiscono da spazi e che si cibano di animali deboli e morenti, svolgono un ruolo molto importante nell’ecosistema locale, limitando il numero e la portate delle infezioni, ripulendo i corsi d’acqua e limitando le epidemie nei corsi d’acqua, con ricadute positive anche per le popolazioni umane. I piranha pertanto non andrebbero mai eliminati, catturati o peggio avvelenati in massa (con la pesca per avvelenamento), perché giocano un ruolo positivo nel mantenere un habitat integro e sano. Sono comunque gustosi da mangiare e facili da catturare, tanto che hanno rappresentato per secoli una parte integrante della dieta delle popolazioni primitive del grande fiume brasiliano.