L’Apocalisse, ovvero il bene contro il male

Si sente spesso parlare di Apocalisse, di film e romanzi post-apocalittici, come se il tema della distruzione del mondo o dell’umanità ci appartenesse nel più profondo del nostro animo. E in effetti è così: la storia dell’Apocalisse è antica, appartiene al nostro immaginario religioso. Le più antiche composizioni riguardanti l’apocalisse non sono semplicemente ebraiche e che fanno riferimento al falso libro contenuto nella Bibbia. Ci sono composizioni apocrife molto interessanti, nelle quali si nota l’impiego del sogno rivelatore, della resurrezione con eventi che sembrano andare al di là dell’intervento umano. La dottrina dell’apocalisse è quindi risalente nel tempo e riguarda pure gli Esseni, la famosa setta di cui si dice che fosse il primo nucleo originale dei seguaci di Gesù Cristo.

Intono al VI secolo a. C. nasce quindi un primo nucleo di opere di questo tipo, fatte circolare attraverso dei cicli narrativi molto antichi, risalenti ai racconti su Noè e l’Arca, che di fatto prefigura uno scenario apocalittico. Queste prime opere sono il Libro dei Vigilanti, cioè gli Angeli, il Libro dei Giganti di fatto perduto salvo alcuni frammenti che sono stati rinvenuti a Qumran tra i celebri rotoli, e infine il Libro dell’Astronomia.

Il tema fondamentale di questo ciclo è il problema del male e da dove esso abbia origine. Se tutti i profeti di Israele sono abbastanza concordi nell’affermare che il male dipenda da Dio, nel senso che gli consentì all’uomo una scelta e questi optò per il peccato originale, i primi cicli narrativi dell’Apocalisse invece configurano il male come insito nella natura umano e non scaturente da una disubbidienza. All’inizio la contaminazione colpì degli esseri angelici, i vigilanti, i quali rinunciarono alla loro natura eletta per sposare delle donne, rinunciando a vivere in pace e turbando l’ordine cosmico voluto da Dio. Dall’unione tra i vigilanti e le donne nacquero i giganti. Questi però furono spazzati da Dio, ma le loro anime restarono sulla Terra, come spiriti maligni in grado di insidiare l’uomo e fargli del male. In questa visione rovesciata dunque l’uomo non è alla base della creazione del male, ma una sua vittima.

Infine, il libro più famoso è senza dubbio l’Apocalisse di San Giovanni Battista l’apostolo. Dal suo racconto, profetico e pieno di sventura, deriva anche il termine apocalisse nel significato che gli diamo oggi. È stato più volte ripreso nell’arte ed è presente anche nel cinema. Fortemente permeato dal simbolismo, nel quale spiccano i Numeri, le operazioni aritmetiche, i colori, i materiali e gli animali esso prefigura un combattimento finale tra Cristo e l’Anticristo, cui si sussegue un altro combattimento, nel quale Satana tenta di prendere con forza la città celeste, Gerusalemme. In una prospettiva apocalittica esso quindi narra le vicende di uno scontro finale tra le forze del bene e del male, che avverrà alla fine dei tempi.

Infine oggi va molto di moda, grazie a serie tv come The Walking Dead, l’apocalisse Zombie. I morti si risvegliano e iniziano a divorare i vivi. Ma i morti siamo noi.