Le serial killer donne più efferate della storia

La storia dei serial killer non riguarda solo gli uomini. Il cinema ci ha insegnato che anche le donne, talvolta, possono trasformarsi in pericolose assassine seriali che non guardano in faccia a nessuno e non fanno calcoli di tipo moralistico. Ecco dunque una panoramica delle serial killer più famose della storia.

Aileen Wuornos

È una delle serial killer più note grazie alla trasposizione cinematografica con Charlize Theron protagonista di una performance attoriale da Oscar, irriconoscibile. La Wuornos era una prostituta che è stata condannata per l’omicidio di 6 uomini in un periodo che va dal novembre 1989 al dicembre del 1990. Appena 13 mesi di tempo. Ha confessato di essersi difesa dato che gli uomini la picchiavano e violentavano. Come sapete dal film “Monster” Aileen Wuornos è stata giustiziata nel 2002 con una iniezione letale.

Leonarda Cianciulli

Un nome non noto a tutti in Italia, dal momento che la sua vicenda risale al periodo tra le due guerre. La “Saponificatrice di Correggio” gestiva un piccolo negozio nell’omonimo centro dell’Emilia-Romagna. Secondo quanto si sa oggi, era stata avvisata da una veggente che i suoi figli erano in pericolo e che per salvarli doveva ricorrere a dei sacrifici umani.  La Cianciulli riuscì ad attirare tre donne nel retro della bottega, le drogò e poi le fece a pezzi con un’accetta. Per non lasciare tracce bollì i pezzi nella soda caustica. Secondo le testimonianze raccolte nel processo, pare che trasformasse i resti delle tre donne in sapone che regalò ai vicini di casa, da qui il suo soprannome. Nonostante la sua salute mentale, fu dichiarata comunque capace di intendere e di volere e perciò condannata a 30 anni più tre di colonia penale. Morì nel 1970.

Dagmar Overbye

Dagmar Overbye era una giovane donna danese, vissuta a Copenaghen che si occupava di orfani. Secondo le testimonianze dell’epoca però spesso non si occupava semplicemente di trovare una nuova casa gli orfani. Anziché trovare una sistemazione, li strangolava. Dopo una denuncia la polizia trovò delle ossa di bambino nella stufa che la Overbye usava durante gli inverni rigidi. In seguito a queste perquisizioni confessò di aver ucciso 16 bambini, anche se furono raccolte prove “solo” per 16 omicidi. Fu condannata alla pena di morte, ma il re di Danimarca, in un atto di pietà, commutò la pena nel carcere a vita.

Getsche Gottfried

Una donna tedesca che nel 1831 fu condannata a morte per aver rispedito al Creatore niente meno che 15 persone. Fu decapitata davanti a una folla scalpitante nella città di Brema. L’ultima esecuzione di quella città. Le sue vittime erano prevalentemente i familiari: i genitori, due mariti, un amante, i figli e per chiudere in bellezza, anche alcuni amici.

Elizabeth Bathory

Senz’altro una delle serial killer più famose della storia, se non altro per l’aura di leggenda che la circonda. Fu accusata di essere una sorta di vampiro. Si sposò nel 1575 e secondo le ricostruzioni odierne, sembra che suo marito le avesse donato una camera della tortura dove potersi divertire ai danni delle vittime. Le sue preferite erano le giovani serve, che seviziava al di là di ogni immaginazione. Quando non più sazia delle paesane servette cercò le vittime tra le figlie della nobiltà, la Bathory fu scoperta e condannata per ben 80 capi d’accusa, tutti di omicidio. Fu rinchiusa in un castello, in completo isolamento, dove morì tre anni più tardi nel 1614.

Rosemary West

Insieme a suo marito Fred questa donna americana è accusata di aver sottoposto ad abusi sessuali e sevizie delle adolescenti, tra cui la loro figlia. La polizia riuscì a catturare la coppia solo nel 1994, quando ormai il danno era compiuto. Condannata alla prigione a vita nel suo stato sconta ancora la sua pena. Suo marito invece si è suicidato.

Beverley Allitt

Questa ragazza britannica si è guadagnata il soprannome di “Angelo della Morte” quando si è scoperto che aveva fatto numerosi bambini affidati alle sue cure, iniettando loro dosi molto elevate di insulina. Nel 1993 dopo il processo è stata condannata a 13 ergastoli per quattro omicidi accertati, tre tentativi non riusciti e sei capi di accusa riguardanti delle lesioni gravi. Attualmente si trova in carcere.

Jane Toppan

Nata Honora Kelley, conosciuta come Nora, la Toppan divenne infermiera ed era conosciuta per il suo carattere gioviale e sempre disponibile. Come succede spesso, lavorare in determinati ambienti deve aver scatenato la sua indole omicida. A quanto pare la giovane infermiera si dilettava oltre che nelle chiacchiere con le colleghe anche con la sperimentazione farmaceutica somministrando morfina e atropina ai suoi pazienti. Poi iniziò a prendere di mira anche persone a lei vicine, come la sorella adottiva. Confessando questo omicidio nel 1902 ammise di aver provato gioia nell’ucciderla. In seguito confessò di aver ucciso più di 30 persone e fu giudicata folle, motivo per cui non fu rinchiusa in carcere, ma in un ospedale. Affermò che il motivo scatenante la sua follia omicida risiedeva nel fatto che era stata lasciata dall’uomo che amava, per un’altra donna: “da donna sposata e con dei figli, una casa e una famiglia non avrei mai ucciso”.

Kristen Gilbert

Infermiera americana che si occupava di veterani, è stata accusata di aver ucciso proprio quattro di loro con un’iniezione di epinefrina. Nonostante gli inquirenti abbiano richiesto la pena di morte, nel 2001 è stata condannata al carcere a vita, che attualmente sta scontando in un penitenziario del Texas.

Amelia Dyer

Le sue uccisioni si fanno risalire al tempo in cui, in Inghilterra, ancora si lasciavano i bambini in cambio di denaro. Rimasta vedova, la signora pubblicizzò la sua attività di baby-sitter e domestica sui giornali. Anziché prendersene cura la Dyer lo strangolava oppure lo faceva morire di fame. Quando l’alto numero di decessi di bambini affidati alle sue cure, iniziò a destare sospetti, perfino in un’epoca in cui c’era un’alta mortalità infantile non era affatto strano, la Dyer fu accusata e poi condanna a sei mesi di lavori forzati per semplice negligenza. Tornata in libertà proseguì la sua opera omicida, iniziando a smaltire i corpi in un fiume, per evitare di attirare sospetti. Il numero delle sue vittime è così alto da superare forse il centinaio. Ammise le proprie colpe e fu impiccata nel 1896.