Il mistero di Stonehenge

Iconico e simbolico allo stesso tempo, Stonehenge è sicuramente il più celebre monumento megalitico del mondo. La sua funzione non è ancora ben chiara. Le ipotesi più accreditate lo descrivono come un antico osservatorio astronomico, destinato a predire il futuro o avere risposte sugli avvenimenti. Ancora più complicata è la risposta alla domanda su chi lo costruì, quando e come.

Stonehenge da secoli attira turisti e interesse come pochi altri siti al mondo, può essere considerato un polo di attrazione quasi unico nel Nord Europa. Molte persone si sentono attirate dall’atmosfera sospesa, e trattengono il fiato di fronte a questi giganteschi megaliti e si domandano come è stato possibile, per uomini privi delle moderne tecnologie di sollevamento, innalzarli e sistemarli in quel mondo. Sono persone che si interrogano non tanto sull’archeologia, ma su loro stessi. Anche oggi Stonehenge è un enigma insoluto, una sorta di sfinge dell’Europa settentrionale, che non offre esaustive risposte su nulla. Solo nel secolo precedente gli archeologi hanno saputo dare un’età al circolo di gigantesche pietre, che è diventato un esempio della più antica capacità dell’uomo di innalzare strutture che andavano al di là delle proprie forze.

Come fu costruita Stonehenge

Situato nella campagna del Wiltshire, Stonehenge è un po’ l’ombelico dell’Inghilterra meridionale, quella che gode di un clima più mite e di un cielo più aperto e sgombro da piogge (rispetto alle altre parti). Questa zona è ricca di ritrovamenti preistorici, con oltre 400 tumuli a testimoniare una grande attività di genti che fin da tempi remoti coltivavano la terra e diventavano stanziali, iniziando a dar vita a comunità più complesse e sviluppate. Il tempio di Stonehenge fu elevato nel 3500 a. C., motivo per cui la struttura ha almeno 5000 anni, un’età superiore alla Grande Piramide. Stonehenge sorge sulle colline molto ondulate della piana di Salisbury. I massi giganteschi di turchese, tirati via a forza dalle rocce del Galles meridionale, vennero trasportati dal mare nella zona di Bristol, per poi utilizzare i fiumi Avan che tagliano separano la Cornovaglia dal Wiltshire.

Il trasporto di questi megaliti del peso medio di 26 tonnellate deve aver richiesto uno sforzo immane e un avanzamento tecnologico, impiegando manodopera a tutti i livelli, in modo importante. Coloro che si occuparono di tagliare e lavorare la pietra non era semplice forza lavoro di tipo schiavista, ma esperti artigiani che conoscevano come incastrare le pietre e farle combaciare con i giunti a incastro. La costruzione circolare doveva richiedere adeguate conoscenze geometriche, la disposizione dei megaliti in gruppo di tre a forma di pietra di cavallo è infatti precisa e convincente.

La funzione di Stonehenge

Questo tipo di progettazione accurata fa credere che la destinazione dei megaliti fosse rituale e coinvolgesse significati che andavano ben al di là della vita quotidiana, vista l’energia impiegata per erigerlo. La stessa posizione strategica suggerisce che Stonehenge fosse un punto di riferimento per tutte le popolazioni circostanti e non solo per le campagne vicine. Non si trattava pertanto solo di un punto di raccolta delle popolazioni. Alcuni indizi particolarmente interessanti portano a pensare che ci sia una correlazione astronomica dietro la funzione del circolo di pietre. Il sole di mezza estate, una festa tutt’ora celebrata in Inghilterra e nei paesi nordici, sorge tra la Heel Stone e una pietra oggi non più visibile. Questa coincidenza fa supporre che il tempio fosse legato alle celebrazioni della divinità legata al Sole, riconosciuto come apportatore di vita. Un modo per collegare la nuova vita al ricordo degli antenati. L’astronomo americano G