La ricetta per il successo
Dietro il segreto di film come The Wolf of Wall Street c’è sicuramente l’ammirazione per le persone di successo o che comunque tendono a realizzarsi. L’autore del libro da cui Scorsese ha tratto la sceneggiatura si poteva certamente considerare un lupo di due tipi differenti: di quello che va a cacciato e di quello che viene cacciato. E la sua parabola è un po’ quella. Ma la sua vicenda ci dice molto sulle caratteristiche che deve avere una persona di successo per diventare tale, anche sgrezzandola degli eccessi di cui si rende protagonista e che Leonardo DiCaprio interpreta alla perfezione. I vincitori usando parole come volere e dovere, sono completamente focalizzati sull’obiettivo forse a scapito dei sentimenti veri, ma questo sembra un cliché cinematografico o letterario. Certamente considerando come sono andate le cose a Wall Street e nelle altre piazze finanziarie, si può pensare che questa figura del vincente a tutti i costi rappresenti l’uomo della nostra epoca. Life coaching, filosofia new age, discorsi motivazionali, fede nei propri sforzi sono solo alcuni dei moderni principi che stanno alla base del perseguimento di obiettivi di successo, che riempiono tanto le riviste quanto le pagine web. Sembra proprio che per avere successo bisogna seguire il proprio istinto, motivarsi, diventare appunto delle belve, altrimenti manca l’auto-realizzazione e la vita ordinaria non ha valore. Si può ottenere tutto, perderlo e ancora ritrovarlo, ma questo dipende da noi, dalle nostre capacità di credere nell’obiettivo finale.
La ricetta per il successo proposta da Belfort (l’autore di The Wolf Of Wall Street) è semplice: rompere le regole. Se rompi le regole, se fai qualcosa di illegale il successo arriverà molto più alla svelta. Non è una ricetta che si deve applicare perché nessuno dovrebbe istigare a violare la legge, ma è un’osservazione empirica dei dati di fatto. Spesso le persone di successo, soprattutto nel campo della finanza, sono persone che si impongono delle regole e sono le prime a infrangerle. Ma rimanendo nel solco della legalità e di ciò che ognuno di noi può ottenere, aiuta ad avere successo innanzi tutto la considerazione che abbiamo di noi stessi. Dopotutto se non ci crediamo noi, perché mai dovrebbero crederci altri? Per avere successo bisogna sempre vedere la prospettiva della vendita di sé stessi in modo molto relativo e non ancorarsi a visioni moralistiche per cui cedere è considerato un peccato mortale. Non è così. Non esiste una sola morale nella scalata al successo. Se vogliamo essere assunti da una persona, fare carriera, dobbiamo piegarci, essere un po’ cortigiani, dare l’idea di apprezzare chi sta sopra di noi. Non bisogna leccare le chiappe, come si dice in modo brutale, ma sapere dare importanza a chi sta sopra di noi, nel tentativo di avvicinarci a lui. Questo è importante nella dinamica del lavoro quotidiano. Il linguaggio del corpo può aiutare. Chiedere informazioni, suggerimenti, aiuta a distruggere le barriere e creare empatia. Un capo prima o poi vi parlerà dei suoi progetti aziendali, amerà condividerli con voi perché ha bisogno di farlo e quando lo ascolterete evitate di andargli addosso con il corpo. Non piegatevi in avanti, lasciategli lo spazio che la sua posizione gli conferisce, perché lui vuole venire a voi dicendo e spiegando le sue intenzioni. Mentre magari un giorno vi parlerà dei problemi di famiglia: in questo caso sarete voi a piegarvi verso di lui, mostrando vicinanza e comprensione. Anche quando si parla, per entrare nelle grazie di una persona è bene equilibrare il tono di voce, se la persona è entusiasta mostrati contento, ma non super-entusiasta, in modo che poi tu possa salire di tono mentre lui parla, mostrando di apprezzare. Questi sono semplici consigli, ma il più importante per avere successo è quello di intraprendere, non tergiversare, mettere in atto e in pratica, perché anche le migliori intenzioni, senza azione, rimangono solo intenzioni.