Robot del futuro, ecco perché lo studio dei vermi li cambierà completamente

Quali tecnologie ci saranno negli anni a venire? Si tratta di una domanda che circola per la mente di tantissime persone, ma bisogna mettere in evidenza come i passi in avanti che sono stati fatti rispetto a qualche anno fa sono veramente impressionanti. Basti pensare al gioco online, che ha ormai rivoluzionato completamente le abitudini ludiche di tanti utenti, anche grazie alla possibilità di sfruttare sempre più piattaforme sicure e protette, come si può notare su casinoonlineaaams.com.

Nel corso degli ultimi tempi, però, si è scoperto come potrebbe essere la natura a indirizzare certe novità in ambito tecnologico, con la robotica che potrebbe tornare già utile per combattere la pandemia. Nello specifico, i vermi potrebbero rivestire un ruolo decisamente importante in merito allo sviluppo dei robot del futuro. Intanto, questi sistema tecnologici si apprestano a rivoluzionare anche il settore agricolo con i primi robot agricoltori che sono pronti a scendere in campo a Piacenza.

I vermi la chiave per la progettazione di innovativi sistemi robotici

E chi l’avrebbe mai detto? Sembra che un vero e proprio ammasso di vermi rappresenti un fattore fondamentale nell’ambito della progettazione di nuovi e all’avanguardia sistemi robotici, che potranno contare su dinamiche di movimento mai viste prima d’ora.

Come si può facilmente intuire, tutte queste indiscrezioni arrivano dall’estero e, in modo particolare, da una ricerca che sta portando avanti un gruppo di scienziati che opera presso la Georgia Tech University. I vermi in questione sono quelli che fanno parte della specie denominata “lumbriculus variegatus”, ma sono conosciuti anche come “blackworm della California”.

Se la vita di queste creature è piuttosto scontata e banale, dal momento che, per sopravvivere, consumano abitualmente dei microrganismi che si trovano all’interno degli stagni, ma al contempo si possono considerare anche come il cibo preferito per i tanti pesci tropicali che si trovano in quelle zone e non solo.

Quando questi vermi vanno a formare degli ammassi di centinaia di unità, però, portano a quel fenomeno che viene ribattezzato, in lingua inglese, worm blob. Si tratta di una vera e propria massa informe che presenta delle peculiarità che ricordano, per certi versi, un liquido e, per altri, quelle di un essere vivente. Una massa che ai vermi torna utile per conservare il maggior quantitativo di umidità possibile, creando una sorta di barriera protettiva ancora più efficace rispetto all’essiccamento.

Il legame tra vermi e robotica

Nello studio a cui stavamo facendo riferimento, che ha da poco tempo trovato spazio sulla ben nota rivista scientifica Pnas, un gruppo di scienziati che lavora presso la Georgia Tech University, ha analizzato a fondo una serie di masse di vermi. L’obiettivo era quello di provare a intuirne, e poi copiarne, il movimento.

Portando queste dinamiche nell’ambito della robotica, si può notare come i movimenti collettivi che caratterizzano questa massa di creatura tende a riorganizzarsi di continuo nello spazio occupato. In tal senso, questo studio potrebbe portare a un livello di coordinamento sempre più efficace, ma anche a una razionalizzazione dell’energia ottimizzata sia negli sciami che nei banchi di robot.

Se lo studio in questione vi ha stupito, in realtà non si tratta dell’unico esempio di come la natura possa influenzare lo sviluppo tecnologico. Non solo vermi, dal momento che pure le larve stanno condizionando notevolmente il futuro della robotica. Sia i designer di software, infatti, che gli specialisti di TIC hanno molto da imparare dalle larve, almeno secondo quanto è stato riferito a parte degli ultimi studi di settore.

Infatti, riuscendo a comprendere come funzionano tutti questi complessi e variegati processi di apprendimento che caratterizzano delle creature dalla struttura estremamente semplice come le larve, l’obiettivo dei ricercatori, che effettuano questi studi sfruttando diversi finanziamenti rilasciati dall’Unione Europea, è quello di dare vita a una nuova epoca di robot, che dovrebbero diventare completamente in grado di apprendere in via del tutto autonoma, scrivendo nuove pagine anche in termini di informatica predittiva.