Le armi alle origini della storia umana

Fin da quando l’uomo ha iniziato a muovere i propri passi sulla faccia della Terra ha iniziato a usare le armi. All’inizio queste non erano altro che ciò che la natura gli offriva, come dei bastoni ricavati dai rami scossi oppure delle pietre. Andando più indietro del paleolitico è veramente complicato distinguere le armi dagli utensili comuni usati ogni giorno.

Sicuramente a un certo punto ci si dovette rendere conto che le pietre scheggiate erano affilate e che per esempio si poteva unire la capacità di taglio di una selce affilata con la forza della leva offerta da un bastone. Le amigdale o asce fatte a mano servivano però per usi prettamente domestici, come spezzare le ossa delle prede, tagliare via la pelle. All’inizio comunque le armi della caccia coincisero con le armi di offesa. Si ebbe una fioritura di lance e accette, di arpioni e archi rudimentali.

L’arco in particolare fece fare un passo in avanti alle armi di offesa a distanza, perché a differenza della lancia potevano scagliare delle cuspidi, se non proprio delle frecce, a maggior distanza e in maggior numero, non dipendendo da un solo lancio.

Naturalmente un grosso passo in avanti si fece quando si passò dalla pietra al metallo, con le prime comparse nel bacino egeo delle armi di bronzo e di argento, in particolare dei primi pugnali e delle spade a lama triangolare.

Contemporaneamente alle armi di offesa, che registravano un perfezionamento constante, fino ad arrivare alle spade e alle lance con punta di ferro o di rame, si sviluppavano le armi di difesa. Le corazze e gli scudi iniziano a far parte dei corredi delle prime civiltà.

Nell’età del Ferro la spada si era ormai affermata, insieme alle daghe, gli spadoni e le asce a due e una pinna. Nel nostro territorio, appartenendo all’epoca Villanoviana, abbiamo scoperto i primi guerrieri dotati di elmo, con lamine di bronzo per difendere la testa dalle lance e dalle prime pesanti armi da taglio.

Un dato storico che spesso non si sa è che la più grande civiltà dell’antichità, quella romana, era arrivata a un punto tale di perfezionamento delle armi, che aveva iniziato a utilizzare equipaggiamenti standard per delle truppe (le legioni) professionali, stanziate nei punti più caldi dell’impero. Tuttavia integrava reparti speciali, sfruttando le capacità e le abilità dei guerrieri di determinate zone, come i frombolieri delle Baleari per esempio, inseriti nei reparti “ausiliari”, che spesso in numero superavano le truppe regolari.

Come detto, all’apice della sua potenza Roma disponeva di autentiche fabbriche dove si lavoravano i metalli per costruire le armi di offesa e di difesa, di assedio e di assalto (con la riforma di Diocleziano). Una tecnologia basata naturalmente sullo sfruttamento costante del legno come combustibile per le fornaci. Una produzione in serie basata sulla forgia, che nel periodo di maggior bisogno doveva bastare a coprire il fabbisogno di un’armata di 400.000 soldati, esclusi i contingenti delle città e i marinai.