I vulcani più pericolosi del mondo
Stabilire quali siano i vulcani più pericolosi del mondo significa considerare diversi fattori: frequenza eruttiva, intensità delle esplosioni, densità abitativa nelle aree circostanti, impatti ambientali e difficoltà di evacuazione. In questa valutazione, compaiono anche due vulcani italiani che continuano a essere monitorati con attenzione costante.
Nel mondo ci sono oltre 1.500 vulcani attivi. Alcuni sono costantemente sorvegliati perché un’eruzione improvvisa potrebbe avere conseguenze catastrofiche a livello globale.
1. Vesuvio (Italia)
Il Vesuvio è tra i vulcani più sorvegliati al mondo. La sua storia eruttiva, culminata con l’eruzione del 79 d.C., resta un riferimento per comprendere i rischi attuali. L’area metropolitana di Napoli, con oltre tre milioni di abitanti, rientra nella zona rossa. Qui, la pericolosità non deriva solo dall’attività vulcanica, ma dalla complessità logistica di una possibile evacuazione.
2. Campi Flegrei (Italia)
A poca distanza dal Vesuvio si estende la caldera attiva dei Campi Flegrei. Questa zona vulcanica è caratterizzata da sollevamenti del suolo, emissioni di gas e frequente attività sismica. Il monitoraggio è continuo, e i piani di emergenza prevedono scenari critici in caso di un’eruzione improvvisa, con rischio elevato per la popolazione locale.
3. Yellowstone (Stati Uniti)
Yellowstone è uno dei supervulcani più osservati al mondo. La sua potenziale eruzione viene studiata per gli effetti globali che potrebbe generare: alterazioni climatiche, blocchi prolungati del traffico aereo e danni a infrastrutture essenziali. La caldera è sorvegliata da una rete avanzata di strumenti che rilevano ogni variazione significativa dell’attività vulcanica.
Oltre a Yellowstone e ai Campi Flegrei, si devono considerare il Lago Toba in Indonesia e la caldera di Taupo in Nuova Zelanda. Questi supervulcani sono caratterizzati da eruzioni rare, ma con un impatto climatico e ambientale di scala globale. La prevedibilità è limitata, motivo per cui il monitoraggio resta un aspetto essenziale.
4. Teide (Spagna)
Il Teide è un vulcano dormiente situato nelle Canarie. Oltre al rischio eruttivo, i modelli di studio ipotizzano un possibile collasso strutturale di una parte del vulcano, con conseguente tsunami di vasta portata. L’area viene costantemente analizzata per individuare segnali precursori.

5. Galeras (Colombia)
Il Galeras è uno dei vulcani più attivi delle Ande. La sua storia recente include l’eruzione del 1993, durante la quale persero la vita sei vulcanologi. L’attività del cratere resta intensa e imprevedibile, con emissioni di gas e cenere che minacciano le comunità limitrofe.
6. Monte Unzen (Giappone)
Il Monte Unzen è noto per le sue eruzioni esplosive e per i flussi piroclastici che hanno causato vittime e danni estesi. Situato in una zona ad alta sismicità, il vulcano è costantemente sorvegliato, considerando anche il rischio derivante dall’interazione tra attività vulcanica e movimenti tettonici.
7. Mount Rainier e Mount St. Helens (Stati Uniti)
Il Mount St. Helens ha segnato la storia recente con l’eruzione del 1980, mentre il Rainier rappresenta un rischio latente a causa dei depositi di ghiaccio che, in caso di eruzione, potrebbero generare lahar e valanghe di fango rovente, con impatti devastanti sulle aree circostanti.

8. Tambora e Krakatoa (Indonesia)
Tambora e Krakatoa sono tra i vulcani più noti per la portata storica delle loro eruzioni. Tambora, nel 1815, provocò un raffreddamento globale, mentre il Krakatoa nel 1883 generò uno tsunami che colpì le coste vicine. Oggi, l’Anak Krakatoa prosegue l’attività vulcanica nella stessa area, con frequenti episodi eruttivi.
9. Mount Redoubt (Alaska), Llama (Cile), Colima (Messico)
Questi vulcani, situati lungo la Cintura di Fuoco del Pacifico, presentano un’elevata frequenza eruttiva e rilasciano periodicamente gas e cenere nell’atmosfera. Le loro eruzioni influenzano sia le popolazioni locali sia le rotte aeree sovrastanti.
10. Nyiragongo (Congo)
Il Nyiragongo è tra i vulcani più attivi al mondo e sorge in prossimità della città di Goma. Le sue colate di lava sono particolarmente rapide e distruttive, con la necessità costante di piani di evacuazione pronti ad attivarsi in tempi ridotti.